Alcune cose su di lui

Massimo Bacigalupo
Note biografiche per Soglie (2015)

Carlo Vita è nato nel 1925 a Verona, dove nel 1947 è stato fra i fondatori del Circolo del Cinema più antico d’Italia. Ha lavorato nel giornalismo e nella comunicazione aziendale a Milano e nella Genova della Cornigliano, dell’Italsider e dell’Ansaldo, dove ha stretto rapporti con artisti come Flavio Costantini ed Emanuele Luzzati. Attivo egli stesso come disegnatore o “artistoide” (come recita un suo biglietto da visita), fondò con Eugenio Carmi e altri amici il Gruppo Cooperativo di Boccadasse-Galleria del Deposito (1963-69), che ebbe un importante ruolo nella cultura non solo ligure, raccogliendo l’adesione di Lucio Fontana, Max Bill e altri.

Di questa sua attività fra immagini e parole sono testimonianza due libretti editi da Il Canneto: C.V. & E.M., Felicità raggiunta si cammina. 33 variazioni sul tema della deambulazione (2010, ristampa di una plaquette del 1974 che lasciò allora alquanto perplesso il coautore E.M.), e C.V., Contare i sassi (2011), nonché un volumetto autoprodotto per gli 80 anni, Figure, probabilmente (Edizioni ViEffe, Camogli 2005).

Carlo Vita (il cui vero nome è Vita Carlo Fedeli, e che gli amici conoscono come “Popi”) è anche e forse soprattutto autore di versi e prose, queste ultime quasi tutte inedite (un raccontino, Una voce, è apparso su “Paragone” nel numero 105-7 di febbraio-giugno 2013; altri si leggono sui non facilmente reperibili “Quaderni” di L’Agave Centro di Cultura di Chiavari). Infatti il veronese Carlo Vita, figlio del primo sindaco di Verona dopo la Liberazione (vedi il volume a sua cura Aldo Fedeli. Il sindaco della ricostruzione di Verona – la vita e il ricordo, Cierre Edizioni, Verona 1996), ha continuato a vivere nella Liguria dove ha lavorato, prima a Ruta di Camogli, poi a Lavagna, e non è raro incontrarlo nei vicoli di Chiavari intento con gli amici de L’Agave a letture a tema, quando la voce gli regge. Sempre con loro, o con la nipote Laura, dal 2006 partecipa al Bloomsday genovese, cioè alla lettura di Ulisse di James Joyce il 16 giugno che si tiene appunto dal 2006 nel centro storico di Genova nell’ambito del Festival Internazionale di Poesia.

Versi di Carlo Vita sono raccolti nel notevole volumetto Illusioni ottime (pp. 141, Campanotto, Udine 2006), che già dal titolo annuncia il carattere scherzoso che accompagna questa come le altre sue imprese. Oltre alla prima sezione eponima, contiene le sezioni Storie vere, Uno stile di vita, Monete fuori corso, seguite da Note e svarianze (pp. 83-139), un’ampia appendice di autocommenti che sono in realtà dei piccoli racconti assai godibili e confermano il carattere dialogico di questa poesia.

I testi poetici di Carlo Vita hanno la capacità di farsi apprezzare e ricordare, anche perché si tratta di piccole storie, per esempio un suo ricordo del “coautore” Montale a Sturla nel 1966, Asterisco, è ospitato nell’antologia Genova per noi dell’Accademia ligure di scienze e lettere (2004) ed è stato rielaborato in inglese dal decano dei poeti neozelandesi C.K. Stead, classe 1932, nella sequenza Liguria (in The Yellow Buoy: Poems 2007-2012, Auckland UP, 2013, p. 54).

Altri testi si leggono su Poesia (n. 256, gennaio 2011); nel 2007 ha avuto il Premio Lerici Pea per la poesia inedita. Un suo terrificante epigramma si intitola Dopo Auschwitz: “Gli scaffali / traboccano di poesie / e le fosse / traboccano d’etnie / dopo Auschwitz”.

Delle sue riflessioni, non di rado capziose, intorno ai suoi versi, si offre un esempio qui sotto, anche se questa pagina non era stata pensata per la pubblicazione. Carlo Vita nei suoi scritti riesce a essere ironico senza essere frivolo, guarda la realtà con simpatia e ne coglie il fascino, la futilità, gli sfuggenti significati. Non si prende sul serio, ma quanta leggerezza e acutezza nella sua scrittura.

Per citare un ultimo suo divertimento, Piccola antologia di Grè. Cani e gatti: voci di là (Edizioni ViEffe, Camogli 2005), parte dalle foto di un cimiterino abusivo di cani e gatti in una frazione di Rapallo per dar voce alle bestiole, strizzando l’occhio a Edgar Lee Masters.

Insomma, Carlo Vita ci offre sempre qualche cosa di stravagante e vero. Per la festa dei suoi 90 anni ha imperversato, dirà lui, regalando agli amici un libretto di Mediomassime. Appunti per il terzo millennio (Edizioni ViEffe, Lavagna 2015).

La prima mediomassima, Abitanti, recita: “Scherzando e ridendo, siamo già arrivati a sette miliardi di copule andate a segno”. Nel paese dei tromboni ci voleva un Carlo Vita per farci tornare con i piedi per terra. “Felicità raggiunta, si cammina…”

Un lungo sereno cammino auguriamo a questo novantenne giovane almeno quanto se non più di tanti nipoti e pronipoti.

Massimo Bacigalupo