Frammenti autobiografici

Situazione tipicamente kafkiana

P non sa chi è, non sa da dove viene, non sa dove va. Praticamente non esiste. Eppure è qui che scrive, si suppone su di sé, queste brevi frasi tipicamente negative.

In realtà P sa benissimo, o si suppone che lo sappia, chi è: ha un nome (doppio), un cognome, un soprannome, uno anzi più pseudonimi da usare in diversi contesti. Ha un indirizzo di residenza, un numero di codice postale, un codice fiscale, un numero di conto corrente e di iban e una sfilza di altri codici alfanumerici per tutte le occorrenze quotidiane. A voler strafare si potrebbe localizzarlo in ogni momento della sua vita su questo terra con le semplici coordinate di meridiani e paralleli. Qualsiasi persona appena esperta di computer potrebbe, smanettando pochi tasti, individuare tutto di lui in ogni istante.

Eppure P non c’è, non sa chi è, non sa da dove viene e non sa dove va. Per la verità, dovrebbe saperlo dove va, come chiunque abbia consapevolezza che ciascuno e tutti vanno a un preciso punto terminale, ma qui non si parla di ciascuno o di tutti ma di P, e P non lo sa.

Non è che P sia ridotto a un vegetale, tutt’altro. È abbastanza sveglio quando occorre esserlo, e quando dorme fa anche qualche sogno (benché tenda subito a dimenticarsene appena desto). Si alza (benché a fatica, le gambe non lo reggono più molto bene, deve appoggiarsi a un girello), fa la solita colazione, assume le prime delle  numerosissime pillole, fiale, pastiglie solubili, che gli tocca sorbirsi ogni dì a ore fisse, sbriga con qualche difficoltà le funzioni organiche, si lava sommariamente viso e denti, si pettina la barba, che in verità andrebbe ogni tanto regolata meglio, dispone l’acquisto della spesa affidata alla brava ucraina Alyna o al premuroso e affettuoso figlio M, che si occupa anche di tutte delle pratiche e relative scadenze che lui non saprebbe più curare, legge o rilegge qualche pagina di libri non ancora letti o dimenticati, riceve e talvolta fa qualche telefonata, guarda alla Tv qualche telegiornale, qualche vecchio serial poliziesco, qualche film poco impegnativo che non parli di disgrazie, di povertà o di degrado. Scrive persino queste righe al pc. Eppure P non c’è e non sa di esserci.

Occorrerebbe a questo punto spiegare con parole semplici perché P non lo sappia, ma qui è P stesso che scrive e lui non lo sa. Non sa nemmeno di saperlo.