Storie

Storie Brevi – Gesti
Ordine

…un canuccio d’ordine in un universo
sempre più disordinato.
S.W. HAWKING

La casa nuova vuole ordine e semplicità.

Sarà questa la regola, non solo per la sistemazione della roba, ma anche per una nuova stretta nello stile di vita.

Sarà una svolta decisiva, alla sua età, e per il tempo non molto lungo che sperabilmente gli resta.

Ordine e semplicità in ogni campo, dunque, da perseguire al costo più basso possibile, visto anche il salasso del trasloco. E in modo serio e continuato, non una fiammata iniziale e poi vada come vada.

Mentre gli scatoloni sono ancora chiusi e ammucchiati alla rinfusa sui pavimenti, si applica a compilare l’elenco delle cose da mettere a posto, a studiare progetti e criteri di ordinamento, fondamentali per partire bene e ispirati ai principi inseparabili della razionalità e del minimo sforzo.

Risparmiare energia è essenziale, alla sua età e volendo fare da solo, evitando i costi di aiuti prezzolati o la collaborazione di parenti e amici, che richiederebbe comunque spese di riconoscenza.

La sera di due giorni dopo, stanco e invaso da un certo sgomento, contempla i primi risultati di un disbrigo provvisorio negli spazi prefissati (indispensabile per liberarsi al più presto degli scatoloni), in attesa del riordino definitivo.

Per il quale occorre ora stabilire in un nuovo elenco le priorità, cominciando dagli oggetti di uso più immediato. Il resto seguirà.

Ultimi saranno, dopo i quadri, i libri, non tantissimi ma nemmeno pochi, che richiederanno tempi lunghi di riflessione.

Con la cucina e il bagno è abbastanza semplice. Benché in cucina non manchino i dubbi: posate, tazze e bicchieri sono quasi tutti spaiati. Si chiede se sia il caso di buttarli e comperare dei set nuovi, sia pure economici, per poter offrire a se stesso e a qualche eventuale ospite una tavola imbandita come si deve. Qualcosa bisognerà pur spendere, se si vuole che la casa abbia un aspetto decente. E in salotto occorrerebbe un copridivano per nascondere gli strappi e le macchie della fodera.

Decide che non eliminerà niente, per il momento, e coprirà il divano con una vecchia tenda, se non altro pulita.

La camera da letto si risolve in fretta, tranne la quantità di indumenti che indossava una volta sotto la giacca, quando lavorava, e ora porta sotto i giubbotti. Il troppo vecchio potrebbe essere eliminato, per lasciar posto a più recenti acquisti in mercatini e saldi. Molto, però, sia pure sbiadito dall’uso e dai lavaggi, gli sembra ancora buono. Resta un bel mucchio, considerando anche le polo e le felpe. Non c’è più una donna che gli dica: “butta”.

Ogni cosa deve finire, in ordine, nel vecchio comò di famiglia, un bel mobile dell’Ottocento, l’unico che gli sia rimasto, con gli intarsi e la pancia, che è da sempre (se lo ricorda da bambino), nella sua camera da letto e che l’ha seguito in tutti i cambiamenti di casa. Anche i cassetti hanno la pancia, in un punto la roba ci sta larga e in un altro stretta. Non è l’ideale per chi si scopre desideroso di uscire dal mondo del pressappoco.

Impensabile l’acquisto di un altro cassettone, per il costo, per il fatto che manca lo spazio dove collocarlo, e poi perché egli non si libererebbe mai del suo comò, lo considera una specie di portafortuna. Prima ci infilava dentro tutto come capitava, stringendo e accavallando, senza preoccuparsi delle stropicciature. Adesso dovrà trovare, per i quattro cassetti di quell’antico contenitore panciuto, una soluzione razionale ed esemplare d’ordine.

Decide di ignorare le curve e i rientri e di considerare utilizzabile solo lo spazio che serve a formare in ogni cassetto un rettangolo regolare, che risulta di un metro per quarantadue centimetri.

Studia come disporre in un solo cassetto, per esempio, le sue otto camicie con le maniche lunghe e le altrettante estive a mezza manica. Ci stanno giuste su due file, disposte orizzontalmente lungo il lato maggiore, purché ciascuna non occupi più di venti centimetri per trenta. Comode sia in larghezza sia nel senso della lunghezza, se ordinatamente sovrapposte l’una all’altra di dieci centimetri. Si ha così anche il vantaggio di veder sporgere in perfetta evidenza i colletti ben stirati, la tonalità e il disegno di ognuna. Estetico e funzionale.

Le camicie dovranno però essere sempre ripiegate tutte in modo uguale. Ci vorrebbe uno strumento misuratore. Una notte, si sveglia e gli viene in mente quel rettangolo di cartoncino puntato di spilli, che fa da anima alle confezioni delle camicie nuove. Un semplice cartone basterà a definire le dimensioni unificate per tutti i ripiegamenti. Anche delle magliette oggi dette t-shirt, delle canottiere, pigiami, pullover, polo e felpe da riporre negli altri cassetti.

La mattina dopo, ritaglia da un residuo degli scatoloni del trasloco un rettangolo trenta per venti. Lo prova subito su una camicia e su un pullover. Funziona perfettamente. Quello sarà il suo Modulo regolatore, come i famosi campioni del Metro e del Kilogrammo custoditi non ricorda dove.

Nei quattro cassetti il mucchio intero trova posto armonicamente, nell’assetto standard.

Calze, slip e fazzoletti sono a parte, in scatole da scarpe, in uno spazio lasciato libero dalle magliette.

Il padrone di casa è orgoglioso del suo cassettone, che considera un modello di ordine.

Con criteri analoghi risistema nel vecchio e capiente armadio giubbotti, calzoni estivi e da inverno, sciarpe, guanti, berretti, e qualche giacca e cravatta (dismesse da chissà quando).

Vorrebbe riordinare con lo stesso rigore anche il resto che c’è nell’appartamento, soprattutto le scarpe, i libri, le fotografie, le vecchie carte di famiglia, le lettere, i ricordi. E ricostruire l’albero genealogico di famiglia, fino ai bisnonni (su chi li avesse preceduti s’è dispersa purtroppo ogni traccia).

E ancora la ferramenta, gli utensili e gli altri oggetti e dispositivi del faidate, che gli piacerebbe appendere in bella vista nel ripostiglio su un pannello. E i ganci, le viti, i chiodi da ripartire secondo tipo, lunghezza e diametro in scatolette o cassettini di plastica su una mensola, accanto a valige e borse.

Compila altre liste e studia altri progetti. I libri, per esempio: come distribuirli bene negli scaffali (secondo la nazionalità degli autori? in base al genere e al contenuto? e se i temi trattati sono in un libro molteplici, quale privilegiare? e se un autore ha spaziato in più campi in più libri, come fare? escogitare delle suddivisioni interne all’autore o agli argomenti? o mettere i volumi in ordine alfabetico e via?).

Decide intanto di non comperare più libri nuovi ma di dedicarsi a leggere solo certe opere importanti, i classici, che da decenni aspettano di essere aperti. O riaperti, dopo confuse e dimenticate letture giovanili.

Passano gli anni, sempre più in fretta. Ogni volta che apre il cassetto delle camicie non può non compiacersi dell’ordine che continua a regnarvi.

Quanto agli altri progetti, li conserva tutti accuratamente in una cartella, da qualche parte. Dovrebbe venire il momento di portarli a buon fine, prima o poi.