Storie

Storie Brevi – Chissà
La verità?

Il posto più tranquillo per leggere e studiare nella grande Biblioteca Civica è il tavolo in fondo alla sala maxima, lontano dalla porta e dal va e vieni. Io qui sto, vicino allo scaffale dell’Enciclopedia, spalle voltate a tutti.

Accanto a me siede da mesi un biondino già stempiato sui trent’anni, occhialuto, pallido. Consulta pile e pile di libri, prendendo appunti su fogli e fogli. Mai una parola tra noi, solo fruscio di pagine girate. Qui il silenzio è davvero SILENTIUM.

Ma oggi, mentre affronto Politica e menzogna, chi compare silenziosamente al nostro tavolo? La bibliotecaria grassa che sta sempre in cattedra all’ingresso della sala. Si china all’orecchio del biondino e sussurra (ma io sento):

È lei che sta cercando la verità?

Lui solleva stupito gli occhi azzurri quasi bianchi e fa segno di sì.

Allora venga, c’è qualcuno che vuole vederla. Lasci pure tutto qua.

Il biondino si alza confuso e mette via la penna.

La bibliotecaria va allo scaffale dell’Enciclopedia, si accerta che nessuno guardi (ma io guardo), ed estrae un volume a metà. Il mobile ruota senza rumore e scopre un vano da cui viene una luce intensissima. Il giovane è spinto dalla grassona nel varco e lo scaffale torna subito a posto.

Ma non tanto in fretta da impedire a me di intravedere per un attimo, nella stanzetta apertasi dietro l’Enciclopedia, la figura nuda e abbagliante di una fanciulla botticelliana che si fa incontro al biondino a braccia accoglienti, con il triangolo del pube offerto e stagliato nel corpo bianchissimo.

È l’ora di chiusura. Il biondino non è ancora tornato. I suoi libri e fogli giacciono sparsi sul tavolo.

Prima di andarmene, tento di spostare a caso qualche tomo dell’Enciclopedia, anche gli ultimi Aggiornamenti, ma non succede niente.

Aveva forse sussurrato la parola Verità con l’iniziale maiuscola, la bibliotecaria?

Uscendo, la vedo al suo posto in cattedra, un piccolo libro aperto davanti alla pancia. Mi segue con lo sguardo attento sino alla porta.