Storie

Altre Storie – Telestorie
Cosa è successo a Puppy

Telecamera fissa su una tavola apparecchiata in cucina con resti di un pranzo. Qualche posata. Parte di un piatto con le bucce di un’arancia. Una bottiglia di vino mezza vuota. Un bicchiere con un fondo di vino. Un tovagliolo spiegazzato e macchiato di sugo d’arancia e di vino.

Questa la scena di tutta la storia. Alcuni oggetti saranno eliminati. Altri aggiunti.

I personaggi sono tre. Il Papà. La Bambina. La Mamma. Non si vedono mai le facce ma solo le mani. Che sono le vere protagoniste della storia. Al massimo si vedranno le braccia (specie della Bambina).

Il Papà è l’unico che guarda la scena. Quando c’è. Altrimenti la scena è guardata dalla telecamera.

Il fatto di non vedere facce implica che tutte le voci sono fuori campo. Si sentono le voci della Bambina e della Mamma. Il Papà non parla mai. La sua presenza (in assenza di mani) è data dai rumori che fa. Tossendo. O movendo oggetti fuori campo.

Unici movimenti di macchina: poche zumate per stringere o allargare il campo. Specie sulla bambola Puppy. Che è il quarto personaggio. Inanimato. L’unico che abbia un nome.

Qualche stacco servirà ad interrompere l’azione. Che altrimenti sarebbe costituita da una sola sequenza. Basterà un passaggio ad un campo più stretto sulla bambola. O su qualche particolare.

Insomma un’ennesima proposta di cinema soggettivo. Un’ennesima (piccola) sfida. Proviamo a vedere se regge nella breve durata (massimo dieci minuti). Se non annoia.

Voci e rumori confusi: della Bambina che gioca con Puppy e della Mamma in faccende. Mani della Mamma che sparecchia. Sulla tavola restano solo la bottiglia e il bicchiere.

La Bambina ride e strilla parlando con la Bambola. E riferendo alla Mamma quello che immagina risponda la Bambola. La Mamma un po’ sta al gioco e un po’ ammonisce. Dice alla Bambina di dire alla Bambola. E la Bambina dice alla Bambola che la Mamma ha detto.

Dalla conversazione si capisce che la Bambina è viziata. E la Mamma nervosa.

Le manine della Bambina depongono con malagrazia Puppy sulla tavola. Una manina impugna un cucchiaio. Lo avvicina alla bocca di Puppy. La voce della Bambina ordina a Puppy di mangiare. Il cucchiaio è spinto con forza contro la testa della bambola, che si piega fino a girarsi all’indietro. Gli occhi di Puppy si aprono e si richiudono a seconda della posizione della testa.

Mani della Mamma che tolgono a forza il cucchiaio dalla manina della Bambina. La Mamma dice che lei e la Bambina ora devono uscire insieme. La Bambina dice no e fa appello al Papà. Assente. Fuori campo. Con rabbia le manine della Bambina mettono a sedere sulla tavola la bambola che guarda la telecamera. La Bambina dice al Papà che vuole continuare a giocare con Puppy. La mamma ignora la protesta e dice alla Bambina che prima di uscire bisogna fare la pipì e lavarsi le manine.

La Bambina ripete no. Silenzio. Poi la Bambina comincia a piangere. Non vuole uscire. Non vuole fare la pipì. Non vuole lavarsi le manine.

La Mamma insiste con toni sempre più acuti.

Puppy è abbandonata dispettosamente nell’angolo destro della tavola. Ha gli occhi chiusi. Ha una gamba a rovescio e l’altra in aria. La gonna è sollevata. Si vedono le mutande con gli orli di pizzo.

Le voci della Bambina e della Mamma si allontanano litigando.

Da sinistra entra lentamente in campo l’angolo di un giornale. La mano destra del Papà si allunga verso Puppy e l’afferra. L’avvicina. La rigira. Puppy apre gli occhi. Rumore di fogli di giornale posati sull’angolo sinistro della tavola. Se ne vede un po’.

L’altra mano del Papà raddrizza la testa della bambola. Rimette a posto le gambe. Ricompone le vesti. Ravvia i capelli. Puppy è rimessa sulla tavola. Seduta e composta.

Il giornale si risolleva e copre in parte la vista della tavola. Ma non Puppy. Il Papà ha ricominciato a leggere. Uno sbuffo di fumo. Il Papà sta fumando.

Il giornale si riabbassa. Il fumo è soffiato verso Puppy.

Il giornale è piegato e riposto sulla tavola. La mano destra del Papà si allunga verso la bambola. Stringe una pipa. Il cannello rovescia Puppy a gambe all’aria. La bambola chiude gli occhi. Il cannello solleva lentamente la gonna. Si vedono le mutande.

Una mano posa sulla tavola la pipa. Afferra Puppy. In campo l’altra mano. Le due mani rigirano lentamente la bambola e cominciano a palparla. Dapprincipio con movimenti incerti. Un pollice saggia un braccino. Poi il viso. Puppy è rovesciata-raddrizzata più volte per provare l’apertura-chiusura degli occhi. Il pollice preme la pancia. Puppy fa “mamma”. Poi preme una coscia. Poi  tutte e due. Le dita sollevano lentamente la gonna. Si rivedono le mutande.

Il pollice tocca il pizzo. Cerca di infilarsi tra il tessuto e la “pelle”. Non ci riesce. Allora tasta un po’ in giro. Sempre incerto. Preme il punto in cui dovrebbe essere il “sesso” di Puppy.

Con movimenti maldestri le dita ritentano le mutande. Poi sollevano la sottoveste e scoprono l’ombelico di Puppy.

L’esplorazione è bruscamente interrotta dai rumori della Bambina frignante e della Mamma che stanno tornando nella stanza. Puppy è fulmineamente rimessa sulla tavola a gambe all’aria. Una  mano riprende la pipa. L’altra il giornale. Sbuffo di fumo.

Le manine della Bambina afferrano con violenza Puppy. Ma entrano in campo anche le mani della Mamma. Che forzano le manine della Bambina a lasciare Puppy. E la rimettono sulla tavola. Puppy deve restare a casa. Deve fare compagnia al Papà. Invece la Mamma e la Bambina devono uscire per un po’. Poi torneranno. E la Bambina potrà giocare ancora con Puppy. Adesso invece bisogna infilare il paltoncino e dire ciao a Papà. E a Puppy no? Anche a Puppy. Ciao Papà. Ciao Puppy.

La Bambina saluta con voce lacrimosa. Prima Puppy. Poi il Papà.

Le voci si allontanano. La Bambina protesta ancora. Si sente che la Mamma la trascina verso l’uscita. La voce della Bambina sempre più acuta e disperata. E quella della Mamma sempre più acuta e esasperata. Finalmente la porta sbatte. La Mamma e la Bambina sono uscite.

Il giornale lentamente si riabbassa.

Lenta zumata per portare Puppy al centro dell’inquadratura. La bambola giace a gambe all’aria con gli occhi chiusi. Sbuffo di fumo.

Le mani del Papà riprendono Puppy che apre gli occhi. Le dita alzano la gonna. Abbassano con movimenti inesperti le mutande. Nello sfilarle viene via anche una delle scarpette. Ora Puppy è senza mutande. Lo straccetto e la scarpetta finiscono sulla tavola accanto al bicchiere.

Le dita indugiano sul punto in cui dovrebbe essere il  “sesso” di Puppy. Toccano il rigonfiamento del monte di Venere. Poi allargano le gambe. E scivolano dietro. Toccano il punto ipotetico dell’ano. Premono.

La bambola ora è voltata a testa in giù con il sedere in aria. Sbuffo di fumo.

Un’unghia gratta la plastica. E’ liscia. Resistente. L’esplorazione del corpo di Puppy procede. Le dita diventano impazienti.

Il corpo della bambola è liberato dalle vesti. La gonna. La camicetta. Ora Puppy ha solo una sottoveste. Le dita cercano invano di sfilarla. La sottoveste si strappa. Puppy è posata sul tavolo a gambe all’aria. Con la sottoveste stracciata.

Rumori del Papà che si alza a cercare qualcosa. Cassetti frugati. Oggetti smossi. Colpi di tosse.

Una mano riprende Puppy. L’altra mano stringe una penna a sfera.

La bambola è rigirata ancora di schiena. A testa in giù. In modo da portare in primo piano il suo “sesso”. Da dietro. La penna cerca di stabilire il punto in cui dovrebbe essere la fessura. La mezzeria. Dove finisce in basso? Dove comincia in alto? C’è incertezza sulla localizzazione.

Puppy è riportata in posizione frontale. Finalmente la penna stabilisce da dove partire. Dall’alto. Ma la punta non lascia nessun segno. La mano preme la penna. Che scivola sulla plastica.

La penna è provata su un dito per vedere se scrive. Scrive. Ma non su Puppy. La bambola è rideposta sulla tavola.

Rumori di ricerca. Prima in cucina. Poi lontano in un’altra stanza. Passi che ritornano. Ricompaiono le mani. Una riafferra Puppy. L’altra impugna una matita nera.

Dal cappuccio dorato si capisce che una matita per il trucco degli occhi. Della Mamma. Il cappuccio è tolto. Ma la matita è spuntata. Puppy è rimessa sulla tavola. Nuove  ricerche. Rumori metallici. Colpi di tosse.

Tornano le mani. Una stringe la matita. L’altra impugna un lungo coltello da cucina. Lampeggiante. Le mani fanno la punta alla matita. Maldestramente. La punta si rompe. Nuovo tentativo più cauto. Il coltello è posato sulla tavola. Sulla lama si vedono i segni neri e grassi della mina. Anche la pipa è posata sulla tavola.

Ricomincia l’operazione. Con uno sforzo di accuratezza la matita segna sulla plastica un puntino. E attorno al puntino il classico simbolo: due semicerchi con il taglio in mezzo.

Esecuzione molto rudimentale. Adesso l’ano. Un altro puntino. Ma la distanza non soddisfa. Il punto è cancellato con un dito inumidito e rifatto più in là.

Osservazione del lavoro fatto. Non è soddisfacente. Che fare con questo sesso? Pausa di incertezza e di riflessione. Un colpo di tosse.

La matita traccia idealmente un altro disegno sul pube di Puppy. Il triangolo di Venere. Il pelo. L’apertura verticale. Ci vorrebbe più realismo. Bisognerebbe fare le cose più seriamente. Impegnarsi di più.

Una mano stringe ben ferma la bambola. La matita cerca ora di disegnare un triangolo peloso. Spartito in due. Con i ricciolini sopra e ai lati. E al centro le grandi labbra. Due linee un po’ ondulate. E in alto il clitoride. Una curvetta con un puntino in mezzo.

Ma il triangolo è venuto troppo piccolo. Il Papà è un pessimo disegnatore. La matita ripassa cercando di ingrandire tutto. Ora però il triangolo è troppo grande. Esagerato. Confuso. Ci vorrebbe un vero pittore. Le mani hanno un gesto di dispetto. Il polpastrello inumidito cerca di rimediare. Un pasticcio.

Puppy è rimessa con stizza sulla tavola. Con la macchia nera e sbavata del sesso impudicamente ben in vista. Rumori di ricerca. Zumata lenta sullo scarabocchio del pube.

Una mano riprende Puppy. L’altra stringe un batuffolo imbevuto di qualcosa. Tentativo di scancellare i segni della matita. Un po’ si cancellano. Ma contemporaneamente il nero si impasta con la plastica. Più il batuffolo cerca di pulire e più la plastica si rovina. Il batuffolo è gettato via con dispetto. Puppy è riposata sulla tavola. Rumori di ricerca.

L’obiettivo allarga sugli oggetti sparsi sulla tavola. La bambola buttata là con le gambe all’aria. Le mutande e la scarpetta. La gonna. La camicetta. Il giornale. La pipa. Il coltello. La penna a sfera. La  matita. Il bicchiere. La bottiglia di vino. Il batuffolo di cotone. Per  ultima compare una bottiglietta di trielina appoggiata pericolosamente sull’orlo della tavola. Colpi di tosse.

Le mani tornano con un temperino. Afferrano Puppy e cercano di grattare la plastica per rimediare al guasto. La lama incide ma non cancella. Forse è meglio usare il dorso non affilato. Ma il temperino si chiude di scatto. Il Papà si è ferito un dito della destra. Sangue. Puppy è buttata sulla tavola. Rumori di ricerca.

Tornano le mani. La mano ferita tiene sollevato dritto il dito che sanguina. Gocce di sangue cadono sulla tavola. Le altre dita stringono un cerotto. La mano sinistra posa sul tavolo una bottiglietta di disinfettante e un pacco di cotone. Puppy è scostata senza garbo e urta la bottiglietta di trielina. Che cade sul pavimento. Si rovescia sulla tavola anche il disinfettante. Che a sua volta rovescia il bicchiere. Il residuo di vino macchia le mutande di Puppy.

Un momento di silenzio e d’esasperazione. La mano sinistra rimette sulla tavola la bottiglietta di trielina. Che per fortuna era chiusa e non si è rotta. Poi raddrizza quella del disinfettante. Ne prende un po’ con un batuffolo di cotone. Medicazione. Fasciatura col cerotto. La mano incerottata asciuga col cotone il disinfettante versato sulla tavola. Poi raddrizza il bicchiere e si versa del vino. Posa sulla tavola una borsa di tabacco e un accendino. Le due mani ricaricano e riaccendono la pipa. Il Papà sta cercando di calmarsi. L’accendino è rimesso sulla tavola. Sbuffo di fumo. Colpo di tosse.

Zumata lenta su Puppy. Che è lì gambe all’aria e occhi chiusi. Le cosce sono sporche del sangue uscito dal dito. Altro sbuffo di fumo.

La mano sinistra afferra Puppy. L’avvicina. L’altra mano posa la pipa. Prende il batuffolo di cotone e pulisce le cosce. Poi impugna la matita. Concentrazione. Il Papà rifà sullo sgorbio il triangolo del pube. Come può. Indugia con pignoleria a disegnare pelo per pelo. Ce la mette tutta.

Ogni tanto la bambola è allontana per osservare il risultato. Stavolta il disegno è venuto un po’ meglio. Anzi. Le maldestre cancellature di prima hanno lasciato un sottofondo di ombre che dà un certo realismo al nuovo disegno. Meglio di quanto si potesse sperare.

La mano avvicina Puppy e il disegno. L’altra mano riprende la pipa. Poi l’accendino. Sbuffo di fumo. Colpo di tosse.

Una mano cerca di sfilare la sottoveste strappata. La straccia completamente e la butta sulla tavola. Ora Puppy è nuda. Tranne una scarpetta. Le vengono alzate le braccia.

La mano destra riprende la matita. Papà vuol disegnare anche i peli delle ascelle. Ha capito come fare. Segna un trattino e lo sfuma col dito. E sopra traccia i peli. Con molta attenzione. Allontana Puppy e contempla l’effetto.

Una mano prende dalla tavola le mutande. Sono sporche di vino ma non importa. Sono rinfilate sulla bambola. Il tessuto è teso per farlo aderire alle forme di Puppy. Sotto l’orlo del pizzo si intravede il disegno volgare del pelo. Sbuffo di fumo.

Ora la mano incerottata prende il temperino. Gesto di indecisione. Il temperino è ributtato sulla tavola assieme a Puppy. Rumori di ricerca. Le mani tornano. Una stringe lunghe forbici. Le mani sfilano in fretta le mutande della bambola.

La mano destra impugna le forbici chiuse e finge di  pugnalare ripetutamente nel pube la bambola tenuta stretta con la sinistra. Colpi sempre più forti. A un tratto la plastica cede. Un piccolo buco informe si apre tra le gambe di Puppy.

Momento di stupore. Le forbici sono lasciate cadere sulla tavola. La bambola è deposta lentamente. Le mani cercano di riordinare gli oggetti sparsi. Movimenti automatici. Nervosi. Che fare adesso? Come rimediare? Colpo di tosse.

Un’occhiata rapida all’orologio da polso. Rumori di ricerca. Viene deposta sulla tavola una cassetta di attrezzi. Le mani la aprono. Cercano un cacciavite di giusta misura. Lo introducono nel buco e lo ruotano. Tentano di arrotondare i bordi. Ma la plastica resiste.

Nella cassetta c’è anche un trapano elettrico. Le mani sbrogliano il cavo. Il trapano esce di campo. Si sente che gira. Il Papà ha infilato la spina in una presa e lo sta provando. Ricompare il trapano. Dalla cassetta viene estratta una scatoletta. Sono punte di trapano. Le mani ne scelgono una e la confrontano col diametro del buco. Punta troppo piccola. Ne provano un’altra. E’ enorme!

Alfine è trovata la punta giusta. Che viene provata e rigirata nel foro. L’idea è chiara: trasformare il buco informe in uno rotondo. Regolare. La punta è innestata nel mandrino.

Una mano tiene Puppy. L’altra impugna il trapano. La punta è infilata nel buco. Corrente. La violenza della rotazione fa sfuggire la bambola dalla mano che la stringe. Puppy gira disordinatamente assieme alla punta. Il trapano è arrestato. La bambola è sfilata dalla punta. Esame del buco. Per fortuna nessun danno ulteriore. Solo qualche piccola slabbratura. Sbuffo di fumo.

Un’altra idea. Puppy è girata con il sedere in su. Una mano sceglie una punta molto sottile e la prova sul segno dell’ano. La sostituisce a quella già innestata. Puppy è impugnata con forza. Corrente. L’ano è forato!

Esame del piccolo foro. E’ abbastanza regolare ma i bordi sono piuttosto sfrangiati. Tentativo di ripulirlo infilandovi la punta delle forbici. Ora può andare.

Resta il problema del buco grande. Con il trapano non si può evidentemente rimediare. Occhiata all’orologio. Sbuffo di fumo. Colpo di tosse. Dalla cassetta è estratto un saldatore elettrico. La punta è abbastanza sottile. Entra bene nel buco. L’idea è di farlo diventare rotondo fondendo la plastica con il calore. Il saldatore è sistemato sulla tavola sul suo sostegno. Manovre per districare i cavi del trapano e del saldatore. Il cavo del saldatore si muove. La spina sta per essere infilata nella presa.

Un altro bicchiere di vino aspettando che la punta si scaldi. Occhiata all’orologio. Sbuffo di fumo. Colpo di tosse.

Il saldatore è pronto. Una mano lo prova sul dito. Scotta proprio. La punta è avvicinata al buco. Sfrigolio. Dalla plastica si alza un fumetto giallastro. Il sistema funziona. La punta arrotonda gli orli dell’orifizio. Che però non viene proprio tondo. La plastica si scioglie troppo in fretta. Ma non si poteva fare meglio.

Un dito è passato sui due fori. La bambola è avvicinata all’obbiettivo, il foro grosso in primissimo piano. Il Papà sta cercando di guardare dentro. Non si vede niente. Puppy è posata. Le mani frugano nella cassetta degli attrezzi. Estraggono una torcia. L’accendono, riprendono Puppy e illuminano il foro. Ancora niente. Una mano prende la matita e la infila nel buco grosso. Fruga nell’interno di Puppy. Trova un punto di resistenza. Preme. Puppy fa “mamma”.

Occhiata all’orologio. E’ tardi. La Mamma e la Bambina stanno per tornare. Bisogna rivestire subito Puppy. E rimettere in ordine. La pipa è posata sulla tavola. Colpo di tosse.

Prima le mutande. Molto macchiate di vino. L’orlo di pizzo in un punto si è strappato. Tentativi di nascondere lo strappo sistemando in qualche modo il tessuto. Maniere goffe.

Poi la camicetta. Infilata malamente. Infine la gonna. A rovescio. Bisogna sfilarla. Rivoltarla. Rinfilarla. Poi girarla perché il davanti è finito dietro.

I movimenti delle mani si fanno febbrili. Gli abitini sono riassettati alla meglio. I capelli ravviati. Per ultima è calzata la scarpetta. Puppy è fatta sedere sulla tavola. Molto composta.

Ma occorre far sparire tutte le tracce. Le mani del Papà raccolgono gli utensili sparsi sulla tavola. Il trapano. Il saldatore col suo sostegno. Il cacciavite. La scatoletta con le quattro punte. La torcia. Tutto è cacciato alla rinfusa nella cassetta degli attrezzi. Anche le forbici sono infilate dentro. La cassetta è sollevata e portata via. Ma rientra in campo una mano a prendere coltello e temperino. Rumori di sistemazione. Cassetti che si aprono e richiudono. Le mani tornano e afferrano le bottigliette della trielina e del disinfettante. Poi il pacco del cotone e i batuffoli.

La telecamera inquadra gli oggetti rimasti sulla tovaglia macchiata di vino. Puppy. La bottiglia. Il bicchiere. La pipa. La borsa del tabacco. L’accendino. Il giornale. La sottoveste.

La sottoveste! Tutta stracciata. Dove metterla? Una mano la fa sparire (il Papà se la sarà infilata in una tasca dei calzoni).

Si sente la porta d’ingresso che si apre. Siamo tornate dice la Bambina. Passi e voci che si avvicinano.

Le mani del Papà prendono il giornale e lo spiegano a rovescio. Lo raddrizzano. E’ aperto su un paginone di pubblicità. Parte di una frase campisce sul bianco del foglio: UNA NUOVA FORMUL. Dietro sulla tavola si vede la bambola seduta.

Due manine entrano in campo e afferrano Puppy. La Bambina riprende a parlare con la bambola. Adesso andiamo a fare la pipì e la pupù. La voce della Bambina si allontana vezzeggiando Puppy. La scena è sempre occupata dal giornale aperto sul paginone pubblicitario e da una parte della tavola. Con la tovaglia macchiata di vino.

Da una stanza lontana viene uno strillo. Il giornale ha un sobbalzo. La Bambina grida piangendo. Mamma! Guarda! Puppy tutta rotta!. Passi e voce della Mamma che tenta di consolare la Bambina. Vediamo un po’ cos’è successo.

Un momento di silenzio. Poi la Bambina riprende a piangere disperatamente. Passi nervosi della Mamma che rientra in cucina.

La Mamma apostrofa il Papà con voce strana. Acuta. Ansiosa. Ehi. Tu. Dietro quel giornale. Mi vuoi dire cos’è successo a Puppy?

Il giornale si abbassa. A destra dell’inquadratura entra Puppy tenuta dalla Mamma. Da una gambetta le penzolano le mutande macchiate di vino. Con il pizzo strappato. Zumata sul foro con lo sgorbio del pube.

L’immagine si ferma qui. Voce della Bambina che avvicinandosi continua a piangere. Fine.