Storie

Svarianze
Chiedetelo a lui

Di dove vengano queste altalene non dovete chiederlo a me.

E allora a chi? Ma è chiaro, evidente se non ovvio; dovete chiederlo al mio es.

E lui, se riuscite a rintracciarlo e a interrogarlo, e se gli va di rispondere, vi dirà certamente (suppongo) che le altalene stanno per desideri repressi di liberazione, di riscatto, per voglie segrete di prevalere su qualcuno o su qualcosa. Stuzzicato abilmente, l’es arriverà magari a dirvi che esse altalene cèlano addirittura voglie di godere, di scopare, ma sì, ma sì, addirittura di masturbarsi (sto arrossendo), come dicono del resto tutti i prontuari dei sogni nonché quelli tra gli strizzacervelli che hanno in mente solo il sesso.

Mi piacerebbe, una volta che aveste intervistato il mio es, che mi riferiste le sue risposte. Perché, vi confesso, io non sono mai riuscito a beccarlo, non so dove stia, cosa faccia, cosa pensi il mio es.

Può darsi anche che, se lo prendete nel momento giusto, egli vi riveli, con fare appunto pensoso, che queste altalene dicono che io oscillo con loro, indeciso tra razionalità e irrazionalità. E ciò sarebbe provato dal fatto che sul sedile delle altalene, disegnate con segni molto precisi (tirati con la riga), sta una piramide di quelle che piacevano a Erodoto, grosso modo con proporzioni auree anzi divine. (Ah, gli artisti d’oggi, che anziché abbigliarsi  e atteggiarsi come i principi dominatori d’una volta, scimmiottano gli ingegneri e gli scienziati, supposti odierni padroni del mondo e del futuro!). Le piramidi sono però collocate sul sedile in una posizione non centrata, creando complicazioni a un buon dondolamento, e facendo supporre che le altalene se ne vadano via sbilenche.

E voi intervistatori potreste dedurre che io, avendo perduto il senso dell’equilibrio, mi limiterei a dondolare in modo disordinato e approssimativo, nell’attesa di uscire dalle mie indecisioni.

Ma qualcuno potrebbe anche concludere che io non manifesti con queste altalene nient’altro che inconsci ma banali desideri d’ordine e di regolarità. I sogni segreti di un casinista.

Come giustificarmi con voi? Citando il solito Montale che pensa una cosa e tiene il suo contrario in cuore?

O il vecchio professore del film Il corvo, che fa oscillare la lampada e si chiede dove cominci il buio e dove la luce? O rifacendomi al problema, giudicato gravissimo, della perdita del centro o ad altre simili colte fanfaluche?

Scusate, ma io non cerco giustificazioni e non pretendo di dare spiegazioni. Consiglio solo di guardare queste oscillazioni di una forma (titolo un po’ pomposo ma ormai è fatta) come io bambino guardavo i fortunati saliti sull’altalena prima di me, aspettando che scendessero per salirvi io, e dondolarmi (scendendo a mia volta dopo un po’, non appagato da qualche orgasmo, ma spesso con un po’ di nausea).