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Sogno rosso-vivo

Sabato scorso 2 ottobre, mentre stavo viaggiando sull’Intercity Milano-Sestri Levante e sonnecchiavo, ebbi l’impressione di essere improvvisamente richiamato alla realtà dallo scossone di una fermata. Lo scompartimento era invaso da un gruppo di giovani in piedi, vestiti di lunghe tuniche rosso-vivo. Offrivano in omaggio ai passeggeri dei pacchetti di carta di colore rosso (identico a quello delle tuniche). Evidentemente non erano viaggiatori ma propagandisti di qualcosa. Distribuivano pacchetti di circa 18 centimetri per 8, gonfi di quel qualcosa. Uno dei giovani ne depositò con un sorriso uno anche nelle mie mani. Non feci a tempo a guardare cosa contenesse (era leggerissimo), perché fui bruscamente risvegliato da una donna che stava faticosamente uscendo con le sue valige dallo scompartimento affollato, cercando di scavalcare le mie gambe allungate verso il sedile di fronte. Tentai di afferrare la busta rossa prima che cadesse a terra, ma mi ritrovai con le mani vuote. Anche i giovani vestiti di rosso non c’erano più. E in un attimo ripiombai nella realtà, stavolta vera.

Mi raddrizzai di scatto, preoccupato di essermi addormentato e di aver superato Chiavari, come mi era già accaduto una volta. Il treno intanto era ripartito e chiesi dove eravamo a una compagna di viaggio: avevamo appena lasciato Santa Margherita. Bene, mi mancavano ancora due fermate.

La scena dei giovani in rosso non era durata che un attimo, solo il tempo di una subitanea e fuggevole allucinazione, come subito pensai. Me ne sono accadute altre di recente, ma di diverso tipo. Fulminee apparizioni di grossi ragni che mi si avvicinano zampettando freneticamente, e io sobbalzo e cerco si allontanarli con gesti altrettanto frenetici delle mani. Rendendomi conto all’istante, con stupore, che non c’è nessun ragno, ma insistendo comunque ad accertarmene frugando tra le pieghe dei vestiti.

Significato? Bah. Premesso che io berrò al massimo, e solo in compagnia, un paio di bicchieri di vino al mese, suppongo trattarsi di materializzazioni, illusorie ma molto realistiche, di certe mie oscure ossessioni e preoccupazioni di vecchio solitario.

Ora, mentre sto cercando di tradurre in parole scritte queste allucinazioni, mi viene in mente che l’ultima dei ragazzi in rosso mi è accaduta mentre stavo aspettando l’esito dell’esame del sangue occulto nelle feci, che ripeto ogni due anni e che ho ritirato il lunedì successivo (sangue sempre ASSENTE!).

Per fortuna non avevo collegato il pacchetto rosso (sangue!) all’esame, cosa che, nell’attesa del referto. mi avrebbe certo angosciato. È probabile che io fossi inconsciamente sicuro di un esito favorevole.

Questo mancato collegamento mi conforta. Sarà indizio di una inconsapevole e forse salutare capacità di controllarmi l’ipocondria, ficcando ben in fondo a qualche buco del preconscio (se non dell’inconscio), le mie preoccupazioni?